Cimiteri Cimiteri

Cimiteri e tombe in prima linea

Subito dopo l’inizio della guerra, sul fronte delle Tre Cime dovettero essere costruite tombe e cimiteri per i soldati caduti di cui oggi non rimane quasi traccia, poiché molti di essi furono abbandonati nel dopoguerra e le spoglie dei soldati furono riseppellite in altri cimiteri militari della zona. Una guida turistica delle Dolomiti di Sesto del 1929 menziona ancora un cimitero militare abbandonato, recintato su un pendio verde in riva al fiume, vicino alla Forcella Lavina Bianca sul Lastron degli Scarperi1Langl e Folta, Sextner Dolomiten, p. 335.. In un articolo di giornale su un’escursione di due turiste avventuratesi nell’ex zona del fronte subito dopo la fine della guerra, le due raccontano la triste visione di innumerevoli tombe italiane sulla salita alla Forcella Pian di Cengia; notano inoltre una fossa comune nelle vicinanze, con un monumento e una grande croce piantata con erica e altri fiori alpini, dalla quale ipotizzano che il sito fosse stato dedicato alle vittime di una valanga2Singer, Friede in den Bergen..
Oggi queste fonti sono tra le poche informazioni superstiti sui luoghi in cui vennero allestite le tombe per i soldati al fronte durante la guerra, sebbene solo alcune fotografie, fra cui quelle del cimitero militare di Toblingerdörfl, ne indichino ancora l’esatta ubicazione. Le fonti militari, invece, ci danno poche informazioni sui cimiteri e sulle tombe al fronte. Il 26 febbraio 1916 l’omonimo cimitero fu inaugurato solennemente dal curato di campo Hosp nel sito ausiliario di Zirbenboden, ma già in precedenza vi erano stati sepolti soldati, come il pioniere Gruber, ucciso da una valanga di roccia nel gennaio 1916 durante la costruzione dell’argano a mano per la Torre di Toblin3Kriegsarchiv Wien, Kriegstagebuch des Infanterieregiments 59, Einträge vom 13.1.1916, S. 141, 14.1.1916, S. 142 und 26.2.1916, p. 173..
Spesso dovevano bastare semplici croci di legno per segnare le tombe al fronte, ma ci furono anche tentativi di conferire loro una maggiore durata, come quello dell’avvocato viennese Rudolf Granichstaedten-Czerva, che fu anche coinvolto in varie campagne di aiuto per i profughi di Sesto e che volle dedicare agli Standschützen caduti sul fronte di Sesto croci di ferro in sostituzione delle meno resistenti croci di legno4Tiroler Landesarchiv, Standschützen Baon Innsbruck I 1914-1918, Faszikel 1, K.u.k. Rayonskommando V, Feldpost 601, 24. Juni 1916..

(SK)

Langl, Otto e Karl Folta (1929). Sextner Dolomiten. In Ludwig Purtscheller e Heinrich Hess (a cura di), Der Hochtourist in den Ostalpen (Meyers Reisebücher 7), p. 335. Leipzig: Bibliographisches Institut A.G.

Kriegstagebuch des Infanterieregiments 59, Einträge vom 13.1.1916, S. 141, 14.1.1916, S. 142 und 26.2.1916, p. 173.

Tiroler Landesarchiv, Standschützen Baon Innsbruck I 1914-1918, Faszikel 1, K.u.k. Rayonskommando V, Feldpost 601, 24. Juni 1916.

von Singer, Emanuel (1919). Friede in den Bergen. Neues Wiener Tagblatt, 13 October.

Cimiteri militari a Sesto

La necessità di seppellire i soldati morti al fronte, a pochi chilometri di distanza dalle linee, richiese la tempestiva costruzione di cimiteri militari all’inizio della guerra a Sesto. Il cimitero militare di Anderter, nella frazione di San Giuseppe, ha assunto nel tempo l’aspetto tipico di un cimitero nel bosco, diventando così un memoriale e un luogo del ricordo nel dopoguerra. Nel registro dei morti del Comune di Sesto si è cercato di ricostruire i nomi, la provenienza, il reggimento e la data di morte dei soldati e dei singoli prigionieri di guerra russi, anche se vi sono elencate anche alcune tombe anonime. Negli anni venti, nei cimiteri militari di Sesto e Bagni di Moso sono state deposte numerose salme di soldati italiani e austriaci provenienti dall’Altopiano delle Tre Cime e dai settori di combattimento circostanti. Questa volta i registri nel libro dei decessi degli italiani caduti, aggiunte sotto il successivo dominio italiano, recano la dicitura “caduti per la patria”5Südtiroler Landesarchiv, Kirchenbücher Sexten, Sterbebuch 1883 – 1923, Verzeichnis der Beigesetzten auf dem Soldatenfriedhof Sexten-Schmieden, p. 158..

(SK)

Holzer, Rudolf (2002). Sexten: Vom Bergbauerndorf Zur Tourismusgemeinde. Sesto/Sexten: Tappeiner Verlag.

Südtiroler Landesarchiv, Kirchenbücher Sexten, Sterbebuch 1883 – 1923, Verzeichnis der Beigesetzten auf dem Soldatenfriedhof Bad Moos und Soldatenfriedhof Sexten-Schmieden.